Dallo stiletto al tacco 12, l’Italia porta nella Ue il design italiano

cuneo
By cuneo Giugno 6, 2017 14:08

Dallo stiletto al tacco 12, l’Italia porta nella Ue il design italiano

Riportare la manifattura nel cuore dell’Europa politica, a Bruxelles, per chiedere di tornare ad occuparsi di Made in, cioè di una norma europea che introduca l’indicazione di origine obbligatoria per i beni prodotti o anche solo venduti in Europa.
È il messaggio politico di «Italian Shoes, European Footprint», la mostra organizzata e promossa da Assocalzaturifici (in collaborazione con l’associazione culturale “Colosseum”), che viene inaugurata oggi alle 1, nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles.
L’esposizione – a cura di Luciano Calosso ed Enrica Barbano – si propone di raccontare, attraverso un excursus storico, la genesi di una scarpa dal design italiano, tra mode e contaminazioni creative.

«Sarà questa un‘occasione – ha spiegato l’europarlamentare Pd Simona Bonafè – per presentare l’eccellenza italiana nel settore calzaturificio e sostenere l’impegno del Parlamento europeo per promuovere la produzione europea di qualità».

Una mostra che è soprattutto l’occasione per portare all’attenzione della Ue la necessità di una norma che tuteli il marchio di origine, come garanzia di qualità e tutela per il consumatore. Marchio che esiste per la produzione alimentare ma non per tutto gli altri prodotti. Marchio che, per altro, è richiesto da molti nostri partners (dalla Cina, al Giappone agli Usa) quando esportiamo le nostre merci. Ma che l’Europa, a sua volta, non impone alle controparti. Con l’effetto di creare un’asimmetria commerciale e di ledere il diritto dei consumatori europei ad essere informati sulla provenienza di ciò che acquistano.

«Il Made in deve essere una priorità per l’Italia in Europa – ha detto Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici –. Sono 10 anni che se ne parla, ma finora le trattative hanno sempre portato ad esiti insoddisfacenti. È possibile che il Parlamento Europeo si esprima a stragrande maggioranza a favore dell’etichettatura obbligatoria e il Consiglio Europeo possa invece negarla? Ora con l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, storica oppositrice, ci chiediamo se ci siano le condizioni per avere la maggioranza e far passare la proposta».

La mostra è realizzata grazie alla partecipazione di: Museo della calzatura di Villa Foscarini Rossi, Pompei 2000 srl, Alberto Gozzi, Aldo Bruè, Baldinini, Bruno Magli, Casadei, Gianna Meliani, Giuseppe Zanotti, Le Babe, Loriblu, Luciano Barachini, Paciotti, Pollini e Tesorone.

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