Agroindustria pronta alla sfida dell’era 4.0
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Il presidente di Federalimentare parla di «età dell’oro». Mai come in questi ultimi tre anni – l’Expo di Milano del 2015 fa da spartiacque fra un prima e un dopo – agricoltura e industria di trasformazione hanno fatto sistema, hanno costruito strategie comuni. Il risultato è evidente: dopo il record dell’export del 2016, il primo trimestre dell’anno in corso ha già totalizzato quasi otto miliardi di esportazioni agroalimentari. Dalla grande industria di trasformazione fino alla più piccola, il made in Italy è sinonimo di qualità, tipicità legata ai territori, sostenibilità, elevati standard di produzione e scelta delle materie prime. L’agricoltura, a sua volta, sia nelle grandi commodities come nelle produzioni locali o di nicchia, non solo fornisce materia prima di grande qualità (latte, cereali, frutti, ortaggi) ma è stata anche in grado di integrarsi al meglio nel sistema delle filiere. Agricoltura e industria di trasformazione hanno, di fatto, compiuto un salto culturale per arrivare con più forza e determinazione sui mercati internazionali. Sulla scia anche dei provvedimenti di governo che hanno innescato e sostenuto questo circolo virtuoso. Con un benefico effetto moltiplicatore sull’economia del Paese: il “sistema agroindustria” è quello che ha i maggiori tassi di crescita, di occupazione, di produzione, di redditività.
Adesso per l’agroindustria si sta aprendo un nuovo capitolo: quello della digitalizzazione, dell’era 4.0, dell’utilizzo delle tecnologie come ausilio delle coltivazioni, nell’allevamento, nei processi di trasformazione. L’innovazione al servizio della qualità, certamente, ma non solo. Innovazione significa anche poter implementare reti e piattaforme per meglio gestire dati e informazioni, per comunicare meglio con il consumatore finale, per creare ulteriore valore lungo la catena produttiva. Sono molteplici i vantaggi che si stanno materializzando con il 4.0.
Il sistema agroindustriale, le filiere sono tuttavia pronte ad affrontare questa nuova sfida, che non è solo tecnologica ma anche di cambio culturale, di nuovo approccio nel produrre e vendere? In questo agricoltura e industria di trasformazione sono sul medesimo piano delle altre attività produttive del Paese. Le imprese più strutturate hanno già implementato progetti 4.0 e – a cascata – stanno coinvolgendo le aziende più piccole, i fornitori, i clienti. Ma serve di più. L’Italia è ancora un Paese a bassa velocità telematica.
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