Acqua, le nuove tecnologie per abbattere gli sprechi
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Lo spreco di acqua potabile può essere contenuto dalle azioni virtuose di ogni giorno, ma la maggioranza delle risorse idriche viene impiegata in ambiti diversi da quello domestico. Secondo le stime l’89% del nostro consumo idrico è riconducibile al solo utilizzo di cibo: un uomo usa in media 2 litri al giorno di acqua per bere, 4mila per alimentarsi. Servono 15mila litri d’acqua per produrre un chilo di carne, anche se è corretto precisare che il dato può variare a seconda del tipo di allevamento. A livello mondiale, ogni anno vengono buttati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, che corrispondono alla stessa quantità di acqua contenuta in tre bacini grandi come il Lago di Ginevra.
L’Italia è al sesto posto al mondo per disponibilità d’acqua, ma ne spreca quantità enormi, soprattutto per il settore primario. Il nostro paese è maglia nera in Europa per quanto riguarda l’impronta idrica agricola, relativa quindi a prodotti alimentari, con una stima di consumo di 2.232 metri cubi di acqua dolce pro capite l’anno. Secondo un rapporto del WWF i prodotti maggiormente responsabili sarebbero il grano, l’olio di oliva, il caffè, la carne bovina e suina, il latte. Le tecnologie possono aiutare a contenere lo spreco e a valorizzare le risorse idriche.
Una membrana nanotecnologica in nylon 6 è la soluzione low cost ma efficace per filtrare batteri e residui nei liquidi e ridurre di due terzi lo spreco di acqua nell’industria alimentare proposta dal Food Pilot Lab della Libera Università di Bolzano. La particolare conformazione molecolare permette di realizzare un filtraggio dei liquidi da batteri e altri residui in maniera molto più efficace ed economica rispetto alle normali tecniche attualmente utilizzate nelle imprese. La tecnologia usata per realizzare la membrana – l’elettro-filatura oelectrospinning – è già disponibile sul mercato, è semplice e completamente scalabile. La grande novità introdotta dall’applicazione della membrana riguarda la sostenibilità dei processi di produzione alimentare che prevedono un uso intensivo dell’acqua.
Hexocover è invece una tecnologia sviluppata dall’Università dell’Arizona in collaborazione con Nathan Barba, socio dirigente di RePower design. Il sistema è costituito da pannelli di plastica esagonali galleggianti che racchiudono sfere di circa 10 centimetri collegate insieme per formare una sorta di copertura che evita l’evaporazione.
Il pannello risponde alla necessità di mobilità grazie all’inserimento di un sistema di propulsione e GPS, che permette la configurazione a distanza. Inoltre, con l’impiego di celle solari, può persino generare elettricità.
Per quanto riguarda l’agricoltura, sono diversi i progetti degni di menzione. Parlando di idee made in Italy, RISPArMiA (RIduzione degli SPrechi di Acqua mediante il Monitoraggio continuo di parametri Agroambientali) si propone di migliorare l’irrigazione a scala aziendale, aumentando l’efficienza irrigua, attraverso il monitoraggio in continuo e in situ del potenziale idrico del suolo. L’obiettivo ultimo di questo progetto è quello di fornire all’agricoltore l’informazione essenziale relativa a quando irrigare, utilizzando sensori e tecnologie a basso costo che possano interfacciarsi facilmente con applicativi Mobile.
I vantaggi sono numerosi: visione sinottica del territorio, osservazione ripetuta e costante, che può evidenziare le modificazioni delle condizioni agricolo – ambientali del territorio, aggiornata disponibilità dei dati e maggiore economicità complessiva rispetto ai metodi di rilevazione convenzionali.
SmarTap è invece un sistema che consente il risparmio idrico domestico. Conquistato l’Eco Innovations Award nel 2013, la startup ha continuato a perfezionare negli anni il proprio prodotto. Grazie a un pannello di controllo e alla rete wifi, è possibile regolare la temperatura dell’acqua sul parametro desiderato, azionando docce e vasche solo quando questa viene raggiunta. Il sistema permette anche di chiudere a distanza eventuali rubinetti lasciati aperti.
La desalinizzazione, il processo che consente di trasformare l’acqua salata in modo che possa essere usata per usi potabili e l’irrigazione, è una delle frontiere del futuro. Mentre nel 2011 ad Hadera è stato inaugurato il più grande impianto a osmosi inversa del mondo, le aziende continuano a cercare soluzioni per rendere questo processo più semplice e meno costoso. L’azienda Desalitec propone un sistema di desalinizzazione a circuito chiuso, che abbatte di molto i costi di lavorazione.
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