Le Pmi più ottimiste? sono quelle dell’Est Europa
Articoli collegati
L’Italia è il nono esportatore mondiale, ma in Europa le Pmi italiane sono le meno ottimiste sulla possibilità di veder crescere il loro fatturato all’estero nel corso del 2018. Nonostante l’Ocse abbia recentemente stimato per il 2018 una crescita delle esportazioni italiane del 3,4%, soltanto la metà delle nostre piccole e medie imprese è convinta di poter vendere di più sui mercati esteri. A tastare con un sondaggio l’umore degli imprenditori europei è stata l’Enterprise Europe network (Een), la rete sotto l’egida della Commissione europea che supporta la crescita e l’internazionalizzazione delle Pmi.
Ne è risultato che, sul fronte delle chance all’estero per il 2018, le imprese italiane sono al terzultimo posto nella scala dell’ottimismo, seguite solo dalle cipriote e dalle lussemburghesi. Le tedesche, per una volta, non sono messe molto meglio di noi: le Pmi che pensano di incrementare le performance all’estero sono solo il 56%, al quartultimo posto tra i 28 Paesi membri della Ue. Anche le francesi non sono da meno, e con una percentuale di ottimisti al 58% vengono a loro volta appena prima della Germania.
Dove sta allora tutto l’ottimismo delle piccole imprese europee? Tutto a Est. A guidare de facto la classifica è la Slovacchia – Malta fa poco testo, per via delle sue specificità sui mercati internazionali – con l’85% delle Pmi convinte che nel 2018 aumenteranno l’export. Poi ci sono la Slovenia con l’85% e la Bulgaria con l’82. Ben alte nelle graduatoria sono anche le Pmi polacche (ottimiste al 73%), le rumene (72%), le croate (71%) e le ungheresi (70%).
Pmi europee che pensano che nel 2018 la propria quota di export aumenterà. Dati in percentuale (risposte di un campione)
Pmi europee che pensano che nel 2018 la propria quota di export aumenterà. Dati in percentuale (risposte di un campione)
Il sondaggio dell’Een è la riprova di quanto già stiamo vedendo oggi, e cioè che la ripresa economica corre sostenuta nel quadrilatero di Visegrad: tra Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica ceca il Pil cresce saldamente sopra quota 3%, i consumi delle famiglie aumentano e le esportazioni sostengono il fatturato delle imprese. Anche di quelle più piccole, appunto.
Pmi europee che pensano che nel 2018 la propria quota di fatturato aumenterà. Dati in percentuale (risposte di un campione)
Che l’effervescenza si sia spostata ad Est lo dimostrano anche gli umori delle Pmi sulle prospettive dei ricavi. Il 2018 porterà un aumento del fatturato per il 78% delle imprese slovacche, per il 72% delle bulgare, per il 71% delle rumene e per il 61% di quelle polacche e croate. Anche in questo caso, le Pmi italiane si piazzano nella parte bassa della classifica, con un percentuale di ottimiste al 50 per cento. Sempre meglio della Francia, al 47%, o della Germania, addirittura al 44.
Tutta questa effervescenza dell’Est, però, non sembra ripercuotersi positivamente sull’occupazione. Le Pmi della Nuova Europa, cioè, crescono per fatturato, ma non per dimensione. Nella Slovacchia campionessa di ottimismo, per esempio, solo il 34% delle Pmi pensa di fare nuove assunzioni nel 2018. La percentuale della Polonia è simile (34%), mentre quella di Bulgaria e Romania è ancora più bassa, al 28 per cento.
Eppure, complessivamente, il quadro delle Pmi europee non è di quelli a tinte fosche. Nel suo report annuale sulle piccole e medie imprese, appena pubblicato, la Commissione europea considera definitivamente archiviati gli strascichi della Grande crisi del 2007: rispetto a dieci anni prima, nel 2018 il numero delle Pmi nella Ue risulterà più alto del 13%, il valore aggiunto prodotto sarà del 18% superiore e anche i livelli occupazionali faranno registrare una crescita – seppur più contenuta – del 3 per cento.
© Riproduzione riservata
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/
Non ci sono ancora commenti ma tu puoi essere il primo.
Scrivi un Commento