La bolla delle startup: moda o reale esigenza?
Articoli collegati
Non giriamoci attorno, chiunque opera nel settore tecnologico sa benissimo che ad oggi, in Italia, per molti, ad esclusione di poche realtà, le startup sono poco più che una moda. Analizziamo i dati: sono passati circa 6 anni da quando nell’aprile del 2012 il governo italiano, su indicazione di una task force di 12 esperti, diede il via alla costruzione in Italia dell’ecosistema delle startup. Con il cosiddetto “Decreto crescita 2.0” si introdusse per la prima volta la definizione di “nuova impresa innovativa ad alto valore tecnologico”, la startup innovativa, con tanto di apposito registro.
Per farle decollare negli anni sono seguite agevolazioni fiscali (a partire dalle detrazioni al 30% per chi investe in startup) e misure anti burocrazia e oggi il fenomeno è tutt’altro che di nicchia: si contano 7.398 startup iscritte al 30 giugno 2017 alla sezione speciale del Registro delle imprese (+24,5% in un anno), una forza lavoro di 34.120 unità tra addetti (10.262) e soci (23.858).
Purtroppo però alle misure fiscali non è seguita la completa maturazione del movimento, l’ambiente startup è rimasto in un limbo pieno di “applicazioni” per startup, “competizioni” per startup, “acceleratori” per startup. Nessuno in questo mondo ti spiega davvero come fare impresa, ci si riempie la bocca con parole quali “scalabilità”, “replicabilità” ed inglesismi come “business plan”, “hipe” e “disruptive”, che “fanno molto startupper”, ma certo non ti aiutano quando devi rivendere un prodotto che la maggior parte delle volte non ha alcun vantaggio competitivo e vuole creare un esigenza forzata che il mondo non ha e di cui non ha bisogno.
Specchio di queste considerazioni è il fatto che in Italia i venture capitalist, ossia quelli che dovrebbero metterci i soldi per finanziare le idee delle startup, hanno ridotto il loro apporto, già al lumicino rispetto agli altri paesi europei, senza nemmeno prendere in considerazione la Silicon valley, che invece di crescere è in calo ed è tornato ai livelli di sei anni fa, passando dai 178 milioni del 2016 ai 110 del 2017 (come nel 2012).
Prendiamo i nostri giovani da una parte e spieghiamogli che non basta avere un bel logo, un payoff vincente e delle splendide applicazioni per la gestione del tuo “flow aziendale” se non hai prima un’azienda, un prodotto, delle capacità reali di svilupparlo ed un buon mercato di riferimento. Insegniamo ai ragazzi a fare impresa senza riempirgli la testa di sogni che servono solo ad arricchire chi sulle speranze e sui sogni ha creato il proprio business.
Non ci sono ancora commenti ma tu puoi essere il primo.
Scrivi un Commento