Ecco come sta cambiando il mondo del lavoro nel Paese
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Tecnologia, nuovi mercati, cambiamenti demografici, diritto del lavoro e crisi economica.
Sono questi gli elementi che hanno e stanno tuttora profondamente modificando il mondo del lavoro nel Paese senza che nessun Governo abbia, ad oggi, affrontato la questione ed apportato i cambiamenti necessari per affrontare tali metamorfosi.
Partiamo dalla tecnologia e dal ruolo che essa sta svolgendo: i dati OCSE stimano che i posti di lavoro ad altissimo rischio automazione, e quindi licenziamento, sono pari al 10% e che il progresso modifica costantemente mansioni e modalità d’operazione dei lavoratori rendendo la formazione continua ancora più determinante rispetto al passato.
Il basso ricambio generazionale, inoltre, dettato dai dati demografici sempre più in negativo, provocherà nei prossimi anni la situazione paradossale in cui ci sarà più lavoro, ma meno gente pronta a farlo, a causa della mancanza di competenze. Il 25% dei profili ricercati dalle imprese che si stanno adeguando al protocollo Impresa 4.0 è di difficile reperimento. Ci saranno sempre meno operai e sempre più tecnici di alto profilo, tant’è che dal 2007 ad oggi il numero di operai è calato di un milione di unità.
Abbiamo accennato all’impatto del trend demografico: il calo delle nascite, ormai una costante del nostro Paese, e l’aumento dell’aspettativa di vita, hanno provocato un innalzamento spaventoso dell’età media dei lavoratori e, secondo una stima della Banca Centrale Europea, nel 2070 le persone in età lavorativa (tra i 15 e i 64 anni) calerà del 10% circa.
Anche il diritto del lavoro, che subisce mutazioni costanti, ha determinato modifiche sostanziali all’occupazione: il numero di contratti a termine, negli ultimi dieci anni, è cresciuto del 28,6%, quello dei contratti a tempo indeterminato è rimasto pressoché identico.
La società è pronta ad accettare la dinamicità del lavoro e fenomeni quali smartworking, home working e i nuovi modelli di organizzazione? Gli italiani sono pronti ad abbandonare l’idea del posto fisso? Resta, inoltre, il grave problema degli inattivi: circa 14 milioni di persone non hanno un’occupazione e non la cercano.
Infine, l’occupazione giovanile che ha risentito fortemente della crisi (gli occupati tra i 15 e i 24 anni sono, oggi, il 17% contro il 24% del 2007), l’occupazione over 50 che, parallelamente, a causa dell’invecchiamento della popolazione e la tendenza da parte delle aziende di assumere chi ha già competenze, è aumentata e la bassa partecipazione da parte delle donne al mondo del lavoro (siamo tra gli ultimi in Europa) rappresentano altri tre grandi problemi irrisolti che frenano il mercato del lavoro del paese.
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